Era il 1959 e la canzone ebbe subito un grande successo, anche oltre i confini italiani, contribuendo ad aumentare la notorietà della località ligure ed il suo mito, tanto che proprio in quegli anni Portofino divenne la meta turistica privilegiata del jet set internazionale.
Il piccolo borgo marinaro, con il suo celeberrimo porticciolo, è ancora bellissimo ed è quasi un miracolo che sia rimasto pressoché uguale a quando vi arrivò dal mare nel lontano 1889 -a bordo del suo panfilo Bel Ami II- il grande romanziere Guy de Maupassant:
"Ed ecco, all'improvviso, scoprirsi un'insenatura nascosta, di ulivi e castani. Un piccolo villaggio, Portofino, si allarga come un arco di luna attorno a questo calmo bacino. Attraversiamo lentamente lo stretto passaggio che unisce al mare questo magnifico porto naturale, e ci addentriamo verso l'anfiteatro delle case, circondate da un bosco di un verde possente e fresco, e tutto si riflette nello specchio delle acque tranquille, ove sembrano dormire alcune barche da pesca".
Vita errante
Nella famosa “piazzetta”, circoscritta dalle casette dei pescatori dai tipici colori pastello, lungo la Calata ed il Molo le attività commerciali, le boutique ed i ristoranti più alla moda coesistono in perfetta armonia con i pescatori che come un tempo, con gesti antichi, tirano in secca le barche con il pescato.
Ed ancora più straordinario è il fatto che ancora oggi, nel duemila, è possibile vedere donne che lavorano al tombolo confezionando pizzi e merletti tanto ricercati quanto preziosi.
Le origini della lavorazione a tombolo si perdono nella notte dei tempi e molte località italiane sono rinomate per questa bellissima produzione artigianale.
In Liguria si racconta che le donne dei borghi dei pescatori, in attesa che i loro mariti rientrassero dalla pesca, si riunivano sulla spiaggia a creare meravigliosi manufatti destinati addirittura a varcare l’Atlantico per giungere in America, dove erano e sono molto apprezzati e ricercati.
Il "Museo civico del merletto a tombolo", ospitato nella Villa Tigullio a Rapallo, con la sua straordinaria collezione di 1.400 manufatti rari e preziosi, ci dona un’emozionante testimonianza dell’antico legame tra il tombolo e le popolazioni del golfo del Tigullio.
Per le creative che sono in vacanza in Liguria o per coloro che magari sollecitate da questo mio post metteranno in programma un viaggio in questa terra meravigliosa, consiglio con tutto il cuore la visita del museo di Rapallo.
Rimarrete estasiate -sì, c’è il rischio della Sindrome di Stendhal (tra l’altro anch’egli grande innamorato della Costa Ligure)- da tanta bellezza.
Ecco tutte le info.
E se volete approfondire la conoscenza della lavorazione a tombolo, qui ho trovato molte utilissime informazioni
Per concludere vi lascio con il link del video di “Love in Portofino”
e chissà che non vi venga davvero il desiderio di …
innamorarvi a Portofino…
Cari saluti dalla Liguria,
Melissa
Foto credits: Regioni italiane Portofino Le terre di Portofino
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