Ciao a tutti! Scrivo per la prima volta sul blog e confesso di essere emozionata e curiosa!
Per il mio "esordio" viaggerò su un terreno per me sicuro, quello del ricamo, con una piccola introduzione alla Broderie Suisse.
L'origine di questa tecnica non è chiara, frutto probabilmente di una contaminazione tra le culture europea e americana seguita al fenomeno migratorio avvenuto tra Ottocento e Novecento.
E' stata molto popolare negli anni Cinquanta negli Stati Uniti, dove è conosciuta con il nome di "Chicken scratch embroidery" o anche "Amish embroidery". Note storiche a parte, la Broderie Suisse è caratterizzata dalla semplicità di esecuzione, grazie a pochi e semplici punti che possono essere combinati tra loro in svariati modi, così da formare geometrie ed intrecci di grande effetto. Come dire...minimo sforzo, massima resa!
Vediamo quali sono i materiali che servono per realizzarla:
- tessuto quadrettato da 0,5 cm (non stampato, ma tinto in filo, mi raccomando!); la scelta dei colori è molto varia: quello classico è il rosso acceso o anche il bordeaux, ma oggi si trovano in commercio davvero tutti i colori (verde salvia, lilla, arancione, grigio, nero e via dicendo);
- filo perlé n.8 o ritorto Giza n.8 nei colori dei quadretti del tessuto: se la stoffa scelta è a quadretti bianchi e rossi serviranno quelli di colore bianco e di colore rosso, da usare tono su tono o a contrasto;
- ago: solitamente viene consigliato quello senza punta n.26, ma io preferisco usarne uno con la punta, che attraversa il tessuto più facilmente e lo rovina meno.
Un'avvertenza per le ricamatrici "dal retro perfetto": se vorrete provare questa tecnica dovrete - ahimé - scordarvelo! Qui il disordine regna sovrano, cosa che ho scoperto con orrore solo quando era ormai per me troppo tardi...ne ero già innamorata!
Chiudo questo assaggio di Broderie Suisse, volutamente breve e poco approfondito...vi lascio il tempo di procurarvi il materiale, per poi tornarci su e mostrarvi qualche punto!
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