Nel fare un oleolito si mettono a macerare in un recipiente di vetro delle piante dalle proprietà benefiche e curative per la nostra pelle, dette droghe, con un mix di olii, anche alimentari .
Negli oleoliti che realizzo utilizzo questi olii:
Olio di Mandorle dolci (Prunus Amygdalus dulcis): è un olio leggero ma nutriente e soprattutto economico, ideale per fare gli oleoliti. Usato da sempre per le sue proprietà emollienti
Olio di Jojoba (Simmondsia chinensis): quest'olio in realtà è una cera liquida , è molto resistente all'irrancidimento e penetra più in profondità nella pelle rispetto agli altri oli.
Per questo si consiglia di usarlo puro, o diluito con un altro olio, per gli oleoliti curativi.
Vista la sua grande resistenza all'ossidazione può essere aggiunto ad ogni oleolito (quantità : 1/3 o 1/4 ).
Idratante , nutriente e tonificante.
Olio di Girasole biologico (Helianthus annuus): olio molto simile alle all'olio di mandorle dolci ma leggermente più resistente all'ossidazione, o meglio, è meno maleodorante quando irrancidisce.
Olio di Riso: la presenza del gamma Orizanolo, un fitosterolo presente nel riso, dovrebbe garantire una maggiore resistenza all' ossidazione e in ogni caso c'è una certa quantità di tocoferolo che lo preserva.
Olio extra-vergine d'Oliva estratto a freddo biologico: super emolliente, antiossidante e nutriente...
Olys: olio di cereali e frutti che unisce le proprietà nutrizionali dei cereali (germe di grano, germe di mais e riso) a quelle benefiche dei frutti (ribes e noce)
I metodi di preparazione di un oleolito poi possono avvenire :
- A freddo: una volta preparato il tutto, si lascia a riposare per una quarantina di giorni in un luogo buio e asciutto ricordandosi di agitare il recipiente almeno due volte a settimana
- A caldo (da usarsi sempre nel caso di piante fresche):
- tramite bagnomaria: si immerge il contenitore di vetro con l'oleolito per circa 3 ore in una pentola con acqua calda, meglio se a fuoco lentissimo. Di solito utilizzo questo metodo d'inverno, quando ho la stufa sempre accesa.
- tramite macerazione al sole: il contenitore viene lasciato al sole di giorno e riparato in luogo fresco e asciutto appena il sole va via dalla nostra postazione. In questo caso il recipiente deve essere almeno di vetro scuro o bisogna coprirlo con della stagnola, in modo che il sole non vada a contatto diretto con l'olio. Questo metodo richiede una quindicina di giorni, perchè attraverso il calore del sole l'estrazione dei principi vegetali avviene con maggior rapidità.
E' però più rischioso per la salute dell' oleolito, in quanto il sole/calore velocizza il processo di ossidazione dell' olio. Solitamente utilizzo questo metodo d'estate quando il sole è molto forte e dura a lungo.
Finita la macerazione si esegue il filtraggio
Ci sono 2 filtraggi :
1) prendo un altro vasetto pulito e faccio colare l' olio. Se cade qualche residuo o altro, non importa. Una volta finito prendo la pianta e prima di buttarla la pesto bene, con molta forza per cercare di far uscire più olio possibile (quello sarà l' olio migliore, perchè è stato assorbito dalla pianta).
Una volta versato il tutto, chiudo bene il mio nuovo vasetto e tengo a riposo per 1 o 2 giorni ...
Poi passo al secondo filtraggio.
2) prendo il vasetto e filtro nuovamente ma questa volta con un panno pulito in modo che non passi nessun piccolo deposito.
L'oleolito ora è pronto!
Il conservante nell'oleolito non è necessario, ma utilizzare una parte di olio di jojoba e aggiungere del Tocoferolo (Tocoferile Acetato), che altro non è che la vitamina E, aiuta la sua conservazione e certamente male di sicuro non fa.
Con o senza conservante è difficile stimare quantitativamente quanto possa durare un oleolito .
In media se conservato e/o fatto bene può durare anche un bel paio d'anni.
Un metodo semplice per capire se è ancora buono è l'odore.
Se il suo profumo/odore tende a svanire o a virare a cattivi odori, vuol dire che ci sta abbandonando...
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