Quando scese dall’auto il commissario Moretti si guardò intorno con aria annoiata.
Si chiedeva perché tanto clamore per una semplice effrazione a scopo di rapina andato male. Considerava sprecata la sua intelligenza per un caso così evidente, ma gli ordini erano pur sempre ordini.
Togliendosi gli occhiali da sole e appuntandoseli allo scollo della maglia bianca che portava sotto la giacca in pelle da motociclista, si fece scortare da un agente all’interno della casa a due piani dove erano state portate le re testimoni dopo l’arrivo dei primi agenti alla merceria.
L’uomo aveva ritenuto più opportuno interrogare le donne prima che vedere la scena del crimine invasa dai RIS, se doveva sprecare del tempo, che almeno la visuale fosse la migliore.
Trovarono le donne nel salotto.
Due erano sedute sul divanetto in vimini mentre l’altra aveva avvicinato una delle poltrone. Si tenevano la mano a vicenda ed erano piuttosto pallide, una, quella al centro aveva addirittura lo sguardo vitreo.
Le donne! Pensò con un sospiro prima di congedare l’agente e fare la sua entrata in scena.
- Salve signore. – disse in tono annoiato sedendosi sul tavolino con il ripiano in vetro davanti al divanetto.
La cicciona e la bionda lo guardarono sorprese.
La bionda non era male.
- Salve. – risposero in coro, la terza, la brunetta dall’aspetto fragile, pareva in catalessi.
La cicciona intercettò il suo sguardo e disse - È sotto shock. Ha trovato lei il … - e fece uno strano gesto con la mano sperando che lui capisse
- Bene. – rispose l’uomo con un finto sorriso – Io sono il commissario Moretti e sono qui per farvi alcune domande sull’accaduto. Sarò rapido.
Le due annuirono.
- Perfetto. – il sorriso si allargò ancora di più mentre prendeva un blocco per gli appunti e un penna dalla tasca della giacca – I vostri nominativi per favore.
- Io sono Camilla Carta. – si presentò la bionda, poi indicò la brunetta – Lei è Olivia Meloni. Lavoravamo per Giordano.
- Io sono Rosa Marras.
- Chi ha chiamato la polizia?
- Io. – rispose la Marras alzando la mano come se fosse ancora a scuola.
Il commissario sospirò.
- Eravate insieme quando avete rinvenuto il cadavere? – vide le due donne sbiancare alle sue parole. Era stato brutale nell’esprimersi, ma non voleva perdere tempo.
- No. – rispose incerta la Carta scambiando uno sguardo con la Marras prima di continuare con un tono più sicuro - Siamo arrivate dopo. Quando Olivia ci ha chiamate.
- Era sconvolta. – s’intromise l’altra, sembrava sentirsi in dovere di proteggere l’amica - Siamo tra le chiamate rapide …
- Va bene. – l’uomo tacque un momento facendo finta di prendere appunti – Cos’avete visto quando siete arrivate?
- La serranda era alzata, la porta aperta, siamo entrate e abbiamo trovato Olivia seduta davanti al magazzino in questo stato. – a queste parole strofino la mano della ragazza che teneva tra le sue.
- Poi Rosa è andata a vedere dentro al magazzino e ha chiamato voi. – concluse la bionda alzando il mento. Sembrava sfidarlo a contraddirla e la cosa lo fece sorridere. Se solo avesse saputo …
- Che cosa ci faceva la vostra amica al negozio?
- Cercava il suo uncinetto. Si era accorta di averlo dimenticato li. –
- Un uncinetto? – alzò un sopracciglio perplesso
- Si.
- Bene. – fece ancora finta di scrivere – Le indagini sono in corso, ma siamo sicuri che si sia trattato di un furto con scasso andato male. -
Le due si guardarono e poi riportarono l’attenzione sul loro interlocutore.
- Avete notato qualche persona sospetta?
- Oggi era il mio giorno libero. Dovrebbe chiederlo a Olivia, ma adesso non penso che possa esserle molto utile.
- Tornerò domani mattina, allora. – si alzò e senza neanche salutare si alzò e uscì lasciando le due donne di sasso.
Era un bel tipo il commissario.
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