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Le ragazze del Dreams Club parte 1

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Pubblicato da magica briciola

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Era stata una giornata pesante, una di quelle in cui ti chiedi ma perché mi sono alzato ancor prima di alzarti e non vedi l’ora che tutto finisca come un incubo durato troppo.

Nonostante tutto Olivia aveva stretto i denti e contato i minuti, sopportando con il sorriso perfino la signora Loddo (una vecchia rompiscatole acida che si crede che il mondo giri intorno a lei) e avrebbe preferito di gran lunga fare un bel giretto nell’ultimo girone dell’inferno dantesco, ma aveva resistito fino alla fine e adesso, mentre abbassava le serrande, si sentiva come una supereroina.

Con il sorriso sulle labbra s’incamminò verso la sua meta, l’unica cosa che le aveva impedito di cedere alla disperazione o peggio.

Si sentiva leggera.

Dieci minuti dopo era già arrivata davanti ad una casa a due piani con la facciata rivestita in pietra e il suo cuore accelerò i battiti.

Prima ancora che la ragazza potesse bussare la porta si aprì e si ritrovò trascinata dentro dall’esuberante padrona di casa Rosa che le disse - Avanti che sei l’ultima!

Rosa era la segretaria dell’unico dentista del paese, bassa, con qualche chilo di troppo di cui non si preoccupava minimamente, vivaci occhi castani e lunghi ricci neri, era il motore del gruppo, un vero e proprio tornado concentrato.

Olivia si ritrovò nel salotto senza neanche sapere come, prima era all’ingresso e poi …

Sorrise, non poteva farne a meno da quando aveva chiuso il negozio, quello era l’unico posto al mondo in cui poteva essere se stessa senza temere ripercussioni. La sua boccata di ossigeno.

Seduta sulla poltrona in vimini c’era l’altra sua grande amica e collega, Camilla, intenta a sferruzzare una copertina per neonato verde mente.

- Giornatina? – chiese vedendo la faccia stremata della giovane

- Ho avuto un incontro ravvicinato con la vecchia che ho scoperto anche essere daltonica. – si lasciò andare sull’altra poltrona e iniziò a frugare nella busta dove teneva il suo lavoro ad uncinetto – Fortuna che avevi il giorno libero.

- Allora ho fatto bene a preparare questa bella torta? – chiese Rosa entrando con una torta ricoperta di panna.

- Decisamente! – esclamarono le due con l’acquolina in bocca.

Dopo aver mangiato una fetta di torta ripiena di crema pasticcera in religioso silenzio le tre amiche misero mano ai loro lavori e Rosa, che ospitava l’incontro di quella settimana, con voce solenne e gli occhi che ridevano dichiarò – Che la seduta del Dreams Club inizi!

E tutte e tre scoppiarono a ridere senza sapere bene perché ridevano.

Quando ritornarono in possesso di tutte le facoltà mentali, Camilla ritornò alla copertina, Rosa prese il cucito e Olivia la stola, ma non riusciva a trovare il suo uncinetto per il punto tunisi.

- Ragazze ho dimenticato l’uncinetto in negozio. – comunicò con voce lugubre – Vado a recuperarlo.

E in altri dieci minuti si ritrovò davanti alla merceria Fantasia che aveva la serranda aperta.

Rimase un po’ interdetta, lei l’aveva abbassata. Si avvicinò lentamente alla vetrata e guardò l’immagine che le rimandava, una ragazza mingherlina, in maglietta e jeans con i capelli raccolti in una coda di cavallo e un’espressione stranita in volto. Poi le venne in mente che, forse, Giordano, il proprio, era tornato indietro e che, come lei, aveva dimenticato qualcosa o voleva sistemare della merce e si diede della stupida per aver pensato chissà cosa.

Con passo sicuro varcò la porta e disse a voce alta e chiara – Sono Olivia. Ho dimenticato il mio uncinetto, lo prendo e vado.

Non ricevette nessuna risposta e prima di mettersi a cercare dietro al bancone decise di entrare nel magazzino, probabilmente lui era talmente concentrato che non l’aveva neanche sentita.

Aprì la porta e si trovò davanti lo spettacolo più raccapricciante che avesse mai visto. Giordano steso a terra con un uncinetto che spuntava da un orecchio.

Olivia si inginocchiò per vedere se respirava ancora, ma era morto e il suo sguardo andò inevitabilmente a posarsi sull’oggetto che sporgeva dal cranio e il suo cuore si bloccò di colpo.

Quello non era forse il suo uncinetto?


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