Leggendo la storia di Paola e del suo hobby, mi sono sentita così coinvolta da voler condividere anche la mia storia di creatrice, che è un pò diversa.
Io non mi definisco creatrice, ma voglio esserlo -davvero- con tutte le mie forze.
Ho sempre cercato un hobby, sin da bambina. Eh sì, perché se qualcuno ha un talento innato per qualcosa, io sono andata a ricercarlo insistentemente. Ho iniziato così a disegnare...ma sono stata una disegnatrice incompresa...perché quando mia mamma (che è la persona che più dovrebbe capire un figlio) scambiò il mio magnifico orologio a cucù per un semplice albero...capii che dovevo cambiare strada.
Iniziai così a disegnare su vetro, cosicché potevo copiare i disegni già fatti e colorarli semplicemente. Ero felicissima, ma ormai avevo riempito le case dei parenti di frutta e verdura. Da adolescente mi sentii in dovere di trovare un'altra strada. Cosa avrei potuto fare? Collezionare francobolli? Troppo noioso. Collezionare insetti? Io che scappo quando vedo le farfalle??!? Decisi di dedicarmi alla musica...ma non sapevo distinguere Mozart dai Queen...no no no...così non andava bene e io avevo bisogno di impegnare il mio tempo libero. A scuola vidi una professoressa filare -con un attrezzo a me tuttora ignoto-. Le chiesi di insegnarmi a filare e lei lo fece e io filavo, filavo...ma non ho mai creato nulla! Ovviamente mi stancai subito.
Così trovai il mio salvatore: l'edicolante.
In edicola, tuttora, si trova di tutto sugli hobby. Ho cominciato ad acquistare tutte le collezioni di tutto. Una alla volta, però! Incredibile...non ho mai portato a termine una collezione. Tutt'oggi mi chiedo se in realtà queste collezioni abbiano un opuscolo finale...
Comunque, senza perdere il filo del discorso: ho collezionato favole, ho imparato a scrivere lettere, ho collezionato tazzine di porcellana, ho collezionato vecchi vagoni di trenini, ho fatto decoupage, ho disegnato con acquerelli, ho fatto l'uncinetto e lavorato la lana. Intanto ho anche studiato, ho preso una "concreta" laurea in filosofia e ho lavorato.
Eh sì, perché dimenticavo di dirvi che sono figlia di pellettieri e quindi ho trascorso una vita tra borse, pellami, borsellini e quant'altro. Poi mi sono sposata e mio marito ha detto: "Basta collezioni in edicola". Ha addirittura rifiutato di portare nella nostra nuova casetta i 100 portagioie di porcellana che avevo collezionato, dicendomi che io non avevo un hobby, semplicemente lo volevo. "Vuoi creare, ma non ci riesci" mi ha detto. Eh no...potevo rinunciare ai portagioie, ma a un hobby no. Ho lavorato la lana, fatto qualche corso e mio marito si è dovuto rimangiare le sue parole. Non solo, è stato costretto anche a indossare la mia magnifica prima sciarpa di lana, tipo rete da pesca, per non ferire più il mio orgoglio di creatrice. Ora sono diventata più bravina, ma, ogni tanto, quando lavoro ai ferri, mio marito dice: "Vuoi pensare a lavorare?". E così vivendo da sempre in pelletteria, ho deciso di trasformare anche il mio lavoro in hobby.
Qualcuno acquista le mie creazioni...e addirittura mio figlio le adora, le assaggia continuamente...ma forse i suoi gusti a 12 mesi sono un po' diversi...però, che soddisfazione!
In bocca al lupo a tutte/i noi che abbiamo bisogno di esprimere il nostro universo interiore e, soprattutto, condividerlo positivamente.
Un abbraccio,
Simona alias Casetta della fantasia
Commenti
Accedi o registrati se non hai ancora un account MissHobby.